“Io esisto”: è questo il grido dell’Ego alla soglia della disintegrazione dell’essere. E così ancora una volta mi tocca utilizzare quelle odiose #dualità - che non hanno neppure il senso di esistere – per cercare di capire il senso di questa umanità alla deriva.
Se si trattasse soltanto di #guerra, si potrebbe anche pensare che l’essere umano si estinguerà a causa di eventi indipendenti dalla propria volontà. E invece no, l’essere umano ha appreso – nel corso della propria stupida #esistenza – a fare a meno della vita e ad essere pienamente responsabile del proprio male.
È un male oscuro, invero, che qualcuno chiama “Libertà” o “Diritto”, ed esso corrisponde alla presunzione che ognuno possieda il proprio corpo e che può farne ciò che vuole. Questo è quello che ognuno pensa e che, molto argutamente, ogni azienda sulla faccia della #Terra si ostina a promuovere presso i propri #consumatori. Siamo tutti diversi e quindi ognuno necessita di una risposta personalizzata ai propri #bisogni. Qualcuno la chiama personalizzazione/customizzazione.
Alla radice di questo ragionamento “umano” c’è quel bisogno di sentirsi unici che nella #realtà non significa assolutamente, ma che nell’opinione diffusa ci rende “meravigliosi” individui: piccole monadi dotate di diritti - tutti inalienabili, per carità - sulla base del criterio della valorizzazione della #differenza.
Già, la differenza: il cavallo di battaglia di ogni azienda che voglia essere vincente nel mercato. Tu sei unico/a. Tu vali! Che dire? Una grande e sonora menzogna che a nessuno conviene smontare. Il #business prima di tutto!
Perché per dividere, rendere individui, occorre solo parcellizzare le opinioni, ma soprattutto serve fingere di dare l’opportunità a tutti di essere contro tutti. Tutti hanno diritto ad avere #diritti, e tutti hanno ragione. Questo è il succo del discorso.
Forse un giorno qualcuno/a potrà spiegare il risultato di una simile operazione che non sia un business.
Ma torniamo alla #libertà e a suoi effetti concreti, perché la libertà è una gran bella cosa, come la melassa spalmata su ogni cosa e che la rende dolce, saporita e assolutamente irresistibile… ma ha una vistosa controindicazione: fa emergere le istanze dell’ego, negando al contempo quelle della coscienza.
L’Ego, infatti, ci spinge all’inutile affermazione della #diversità, sobillandoci con l’idea che saremo felici quando il mondo si plasmerà - come una pellicola aderente - sulle nostre #vanità. La realtà come prodotto customizzato sulle nostre malsane idee. Brillante, nevvero?
Per essere felici, infatti, le persone spinte da questa velleità si ostinano a immaginare che la risposta sia fuori da sé, e che la felicità giungerà quando il suo Ego sarà sazio di tutto ciò che vuole, e si dirà soddisfatto quando il mondo “là fuori” avrà placato ogni suo desiderio.
Molti/e pensano all’ego come una “#struttura” naturale del proprio essere – un qualcosa di biologicamente o psicologicamente connaturato - quando invece essa è semplicemente una “#sovrastruttura”, ovvero è una costruzione sociale: il frutto indesiderato di una società performante che pensa alle sue persone come consumatori e non come ad essere umani.
Infatti, ad esempio - anche adesso che siamo in clima di guerra - le #società non discutono sullo scempio umano delle morti inutili e dei #bambini straziati dalla mano vile, ma degli impatti sull’economia. Insomma, uccideteli, non parlatene e fate come vi pare; l’importante è che il #gas ci riscaldi il culo e che il nostro pane non costi troppo.
Questo non è, come molti pensano, un ragionamento “razionale”; esso è solo un ragionamento esclusivamente economico. Costi e benefici, tutto qui. Tanto non sono i nostri figli a morire, ma quelli degli altri. Ecchisenefrega!
A livello privato, il trionfo egoico, interessa invece le cosiddette “libertà individuali”.
Già la parola è un programma; un orgasmo per le nostre flebili identità affamate di consenso e di ribalta. Oh, come le persone si beano solo a pronunciare la parola libertà! Si riempiono la bocca fino a strozzarsi. E infatti qualcuno fa esattamente questa fine, anche se – a sentir parlare i parenti e gli amici – essi (i poveretti e le poverette in questione) avevano “semplicemente” pensato di fare il possibile al fine di esigere il diritto ad essere stessi, e di raggiungere le proprie #ambizioni.
Le ambizioni in questione sono quelle estetiche che sono tutto tranne che trascurabili o banali, sia nella mente delle #donne quanto in quelle degli #uomini. La nuova tendenza è quella dell’ibridazione, ovvero la “snaturazione” del perfetto e l’incorporazione dell’inutile. Per dirla in altre parole, la negazione del sé.
Gli #psicologi, non tutti spero, affrontano la questione da un punto di vista del mito dell’#autostima: il passe-partout per ogni stupida scelta che l’essere umano possa compiere e che afferma il dogma “va bene se ti fa stare meglio”.
A questi psicologi faccio i miei complimenti, perché anziché comprendere il bisogno reale, drogano i proprio pazienti dell’illusione che qualcosa che sta fuori potrà cambiare l’infelicità che si cova dentro.
In quest’ultimo mese, come foglie d’autunno, sono cadute al suolo persone che, nell’ordine:
- Si sono applicate un anello gastrico per #dimagrire
- Si sono fatte applicare pezzi di plastica per diventare altro da sé
- Si sono fatte lipo-suggere litri di ammorbante stato adiposo
- Hanno ingurgitato portentosi amminoacidi per costruire inutili muscoli
- Hanno assimilato sostanze varie che promettevano effetti miracolosi quanto insignificanti
- Si sono fisicamente distrutte per togliersi/aggiungere un paio di centimetri qua e di là
Gli alfieri dello #specchio a tutti i costi - coloro la cui felicità dipende da quello che loro credono di vedere al suo interno – non indietreggeranno di un solo millimetro dalle loro posizioni. Né io vorrei; lasciamo che l’evoluzione faccia il suo percorso naturale!
No, loro continueranno ad usare “cose” per estendere il loro pressoché inesistente “#io”, come ramificazioni simboliche del proprio esistere. Come edera che pervade la pianta fino ad ucciderla. E che le unghia della mano siano sempre più lunghe e più affilate, le #labbra più carnose, le auto più potenti, i colletti della camicia più imponenti, le cravatte più falliche, i tacchi più alti, le ciglia più lunghe, i glutei più torniti, le cosce più lisce, i #cellullari più interconnessi … e tutto il “più” che volete voi!
Ci sono persino esseri ibridi come un certo Patrick #Peuman - scienziato di fama mondiale laureatosi in “guardia giurata” di centro commerciale in Olanda – che raggiunge l’apice psichiatrica per essersi fatto impiantare 32 microchip sottopelle. Nelle sue parole orgogliose, e con tono basito, si chiede come possano gli esseri umani “perdere tempo” ad estrarre un paio di chiavi dalla tasca, una carta di credito dal portafogli e che lui non potrebbe più farne a meno. Ma come, non capite? Oggi bastano i microchip sottopelle per pagare la spesa, fare un prelievo al bancomat, aprire la porta di casa e chissà cos’altro. Insomma, questa è l’evoluzione del futuro!
Su persone come queste, come su altre che si riempiono di silicone per sembrare tutte uguali allo stesso salvagente, non si può fare nemmeno ironia, perché grazie alla totale assenza di cervello riusciranno a contagiare – con il plauso delle aziende produttrici – l’idea che sia giunto il momento di aggiornarci.
E tutti insieme, brandendo la coppa di plastica della vittoria di Pirro, diranno: l’Homo sapiens è morto. Evviva l’ibrido!
Ecco, finora abbiamo parlato solo di #Ego, di specchi e di riflessi di umanità: il vuoto che si veste di nulla.
C’è poi un sotterraneo movimento umano, una piccola frangia di eroici Sapiens, che ha smesso di dimenarsi inutilmente per cercare l’ultimo ritrovato tecnologico e che ha scorto la vera strada per la vita e per l’eternità che l’attende.
Sono pochi - uomini e donne o semplicemente esseri umani – che hanno buttato via gli specchi e guardano al proprio corpo con gli occhi della mente, scoprendolo dall’interno… allo stesso modo con cui si entra nell’#universo reale. In quello #virtuale, puoi cambiare i parametri e modificare le cose (la più orribile ambizione dell’uomo e della donna). In quello reale, non puoi barare.
In questo universo, la parola d’ordine è la coscienza: la vita che si rivela nel suo obiettivo principale, ovvero “fare esperienza”. La #coscienza è #energia cosmica che si espande attraverso di noi. L’esperienza di esistere diventa esperienza di vita nel momento in cui capiamo il perché del nostro vivere.
Quel prezioso e perfetto filamento di #DNA non è stato creato per andare ai saldi di fine stagione, né per tingersi i capelli, rassodarsi i glutei, o per tutte l’inutilità che erigiamo a “cose fondamentali” del nostro #esistere. Forse è davvero il caso di cominciare a non dare più perle ai porci, ne convenite?
La vita, quel complesso processo cosmico che si innesta dentro di noi e si rende umano con i nostri corpi, è perfetto in sé. Noi siamo esseri perfetti e non una delle tecnologie potrà aggiungere nulla a tale perfezione. La vita è l’espressione massima della divinità e dell’energia che ci anima, e che ci orienta verso il fine della nostra vita: ampliare la coscienza stessa, arricchirla delle nostre #esperienze di vita.
Noi siamo. Sum ergo sum. Noi siamo, e la nostra felicità risiede nell’essere e nella #consapevolezza di #essere.
Nulla di tutto ciò che pensiamo di avere potrà restituirci la #felicità. La risposta alle domande non è fuori – nelle cose che siamo soliti usare per affermare la nostra presenza nel mondo - ma dentro.
Come si arriva? La risposta è davvero semplice, ma il cammino per molti risulta difficile perché si basa sul “togliere”. Nel nostro errare in attesa della risposta – che non è mai giunta, e un motivo c’è - abbiamo immaginato che l’ego si afferma nel potere del “possedere”, dell’avere. La coscienza, invece, ci spinge solo verso l’essere.
Essere cosa? Per scoprirlo fate un esperimento, ma siate spietati. Eliminate ogni specchio da ogni dove, e iniziate a spogliarvi. Via i trucchi, i tacchi, gli orologi, via tutto! Se la sensazione che avrete convergerà nel farvi sentire nudi, capirete subito quanto pesi la sovrastruttura che avete costruito sulla vostra immagine, quanta falsità c’è dietro e dentro voi stessi. Semplicemente scorgerete la non-autenticità e forte sarà il desiderio di rientrare nella comfort-zone. Non fatelo, e non abbiate paura di scorgere quello che siete. Lo sareste ugualmente, e non momento più importante la consapevolezza potrebbe uccidervi.
Occorre davvero imparare a guardarsi dentro in questo modo. Serve davvero capire e #amare quel che si è. Se non avvertite la pienezza di questo essere, vuol solo dire che non avete costruito l’essere ma avete solo fatto una portentosa operazione di #makeup: una colossale presa in giro, una finzione auto-diretta. Ancora una volta: un vuoto vestito di nulla.
Nella coscienza, - come in una prodigiosa #Apocalisse, una rivelazione - l’obiettivo della nostra esperienza di vita si dischiuderà senza inganni. Noi non dobbiamo davvero migliorare il mondo con il nostro arrogante #progresso. Il pianeta #Terra è perfetto così com’è; non ha bisogno di miglioramenti e di certo non ha bisogno di essere distrutto da noi.
La coscienza ci aiuta anche in questo; a capire, ritrovare e realizzare compiutamente il nostro istinto di conservazione. Non è violentando il pianeta o truccandoci ad arte che diventeremo immortali, se questa è la nostra vera ambizione. I nostri #corpi, su questa terra, sono elementi mortali… fintanto che li immaginiamo carcasse e non energia in trasformazione.
Ogni #materia è energia potenziale e immanente. L’energia non muore: essa è il Tutto che si rivela e si trasforma. Noi siamo energia: ogni nostra azione e ogni nostro pensiero è energia.
L’energia si espande per vibrazione ed esplode nel senso delle nostre emozioni. Il #sangue percorre ogni angolo dei nostri corpi. Il cuore “magicamente” batte alla stessa frequenza della Terra (la risonanza di Schumann) e ogni cosa “risuona”.
Noi siamo in simbiotica interdipendenza con il Pianeta Terra; quando lo avremo distrutto noi moriremo con esso. La vita, questa vita, non esiste fuori da questo pianeta.
La coscienza, la sua consapevolezza, ci restituisce un #pensiero: che la mente è il nostro corpo. Il corpo pensa, e la mente fa esperienza del mondo attraverso di esso su questo pianeta bellissimo.
Noi non siamo affatto diversi gli uni dagli altri; sono le nostre esperienze a farci apparire diversi. L’energia, cambiando la frequenza, modifica la materia. Chiedete a Nikola #Tesla, a Max #Plank e a tutti i nuovi scienziati della meccanica #quantistica; potreste davvero sorprendervi nell’accostarvi al nuovo mondo.
Se volete essere immortali, dunque, cominciate a pensare come tali.
Il vostro pensiero farà la differenza.
A proposito di libertà e di diritto, smettiamola di chiedere e diamo il giusto nome alle cose. Libertà fa rima con Responsabilità.

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