Basterebbe guardare nella propria carta d’identità per averne una stima precisa, ma la mia domanda ha poco a che fare con quel numeretto a quattro cifre che indica un qualsiasi anno di calendario.
Il concetto di età – come il genere, d’altronde – è soggetto a revisione perché a determinarla concorrono “nuovi” fattori che soppiantano completamente i vecchi. Il primo fra questi è il fattore genetico.
Che il corpo cambi è un fatto acclarato. Qualcuno lo percepisce come “invecchiamento” altri come una “degenerazione”, ma le cose non vanno necessariamente in questo modo perché ciò che decide dell’invecchiamento non è l’orologio genetico, ma la nostra volontà e il nostro stile di vita.
Noi, i corpi che noi siamo (e non che abbiamo), possiamo consapevolmente agire una trasformazione “diversa” di noi stessi, possiamo cioè pensare ed essere l’età che vogliamo.
Quello che ci rende vecchi sono, infatti, i nostri pensieri. A giudizio di molti essi, i pensieri, sono la cosa più invisibile e immateriale, ma occorre fare il punto su una nuova verità quantistica: essi sono invece portatori di una straordinaria energia, così forte da poter persino invertire le lancette dell’orologio.
Iniziamo a invecchiare quando cominciamo a pensare “da vecchi” e ad abdicare all’idea di vivere pienamente.
Invecchiamo quando decidiamo che “conoscere” sia una perdita di tempo, quando cominciamo ad usare sempre di meno la nostra mente e il nostro corpo (ormai una cosa sola). Iniziamo a invecchiare quando smettiamo di giocare, sorridere, sperare, progettare… e soprattutto quando smettiamo di amare.
La sessualità e l’amore sono una ginnastica formidabile per la mente e per l’anima, ma lo sono soprattutto per il corpo, il quale continua a fare esperienza dell’energia prodotta, generata e creata.
Le discipline olistiche – se garantiscono un’armonia mente-corpo-spirito – consentono di superare l’approccio meccanicistico e riduttivo che si consuma nelle palestre; noi non abbiamo davvero bisogno di pompare i muscoli né di farci crescere un’improbabile tartaruga sugli addominali.
Rendiamocene conto, quelle immagini andavano bene a malapena al tempo dei Greci. Figuriamoci oggi! No, quelle immagini/stereotipi sono del tutto inattuali… e soprattutto nei confronti dei nostri stili di vita.
Quale che sia lo specialista che deciderete di consultare vi dirà le stesse cose: affinché tutti i processi interni del corpo – quelli su cui si basa il nostro organismo – producano energia è opportuno alimentarli con pratiche e prassi fondate sul movimento.
Sì, il movimento, è questa la base dell’energia. Tutto ciò che si muove è indizio di energia e di materia in trasformazione. Se eliminate il movimento eliminate – per conseguenza – anche l’energia. E senza energia si muore.
L’epigenetica – branca della genetica che studia l’impatto delle variabili ambientali (fisiche e sociali) – ha rilevato scientificamente come lo stile di vita decreta non soltanto i processi di invecchiamento, ma anche la degenerazione cellulare alla base dei tumori, delle patologie croniche e degli stati infiammatori.
Se questo è vero – e scientificamente lo è – significa che oggi abbiamo un’arma ben più potente della chirurgia estetica (capace solo di dar vita a grottesche varianti umane) e dell’abuso di integratori che nulla possono. Quest’arma si chiama energia. Bio-energia.
Produrre energia non significa assimilarla attraverso il cibo (quello è un meccanismo che ci vede passivi), significa attivarla, generarla attraverso il movimento senza disperderla inutilmente in azioni fuorvianti (andare in palestra per “scaricarsi, fare sesso per sport, annichilire il corpo con droghe e alcool).
Il tuo corpo ti chiede di Esserci, ti chiede di essere al primo posto nella scala delle tue priorità. Selezionare gli ambienti giusti (fisici, sociali e relazionali) significa rendere gli ambienti coerenti con ciò che siamo; significa entrare in armonia con se stessi, con gli altri e con l’esistenza.
Se questo accade la nostra trasformazione prenderà la direzione che avremo deciso, e il nostro organismo ci ringrazierà regalandoci una fattiva e straordinaria esperienza di sempiterna vita e di imperturbabile giovinezza e longevità.
E adesso, prima di rispondere alla domanda circa la tua vera età, dai un voto alla tua esistenza, alla qualità del tuo vivere (che di certo non dipende dai soldi), alla tua intatta capacità di produrre conoscenze, alla curiosità con cui affronti la vita, al piacere del tuo risveglio, alle buone emozioni che sai creare per te e per gli altri, al tempo che dedichi alla cura di te, alla tua attitudine all’amore, alla buona aria che respiri, alla qualità del contatto con ogni parte del tuo corpo, al livello della consapevolezza della coscienza.
Insomma, se il tuo esistere è ora diventato un “Esserci”… ciò significa che sei l’età che hai deciso di essere.
Io quest’anno compio i 44. Il prossimo anno andrò per i 40.
Io ho deciso così.
E tu, quanti anni hai?
Comments