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IMPARARE A GUARIRE

La nostra, quella occidentale, è una strana società… una di quelle che costruisce certezze e le fa cadere dall’alto con dogmatica sicumera, rassicurandoci che – prima che giungano a noi - queste (le certezze) sono state accuratamente controllate, validate e sottoposte a vaglio critico.


Una di queste certezze riguarda lo status e le verità prodotte “scientificamente” dalla medicina. Per cominciare a capirsi, sarebbe opportuno essere chiari; LA medicina, la nostra #medicina, è UNA medicina.

L’uso dell’articolo indeterminativo ci occorre per il fare il punto sul fatto che si tratta della Medicina Occidentale, più specificatamente detta #Biomedicina.


Potrebbe sembrare superfluo il distinguo testé fatto, ma lo capisci bene che iniziare a rendere relativo un termine che nella nostra testa suona come assoluto può già suggerire un fatto incontestabile: la medicina, come la scienza e le altre sovrastrutture sociali, sono semplicemente prodotti culturali. La medicina occidentale è dunque un costrutto #culturale, ovvero un insieme di idee su cos’è il corpo umano, la vita, la morte, la malattia e la guarigione.


La biomedicina è un castello coerente di elementi, di domande e di risposte pronte all’uso. Lo si comprende bene, questo, quando si analizza il rapporto che noi stessi abbiamo con la medicina, i medici, la malattia, i farmaci e la guarigione.


La medicina è correlata con l’idea di scienza, e di questa correlazione si rafforza intrinsecamente attraverso le sue avveniristiche tecnologie che “dimostrano” ogni giorno di più di saper scovare e localizzare il male che affligge.


Quando il #male ci assale (quale che sia) noi ci rivolgiamo al nostro dottore, il quale ci sottoporrà a una sorta di intervista e a una serie indefinita di esami di approfondimento per comprendere alcune cose, per lui e per noi, molto importanti: i sintomi, il luogo dei sintomi, l’ampiezza del male e le cure da effettuare.


Il ragionamento nella sua linearità è perfetto: sintomi + cure = eliminazione dei sintomi. E da qui si va dritti dritti al concetto di guarigione. La guarigione è proprio questo: la fine del “fastidio”… perché di certo la malattia è vista e percepita come un fastidioso inconveniente che si frappone tra noi e i nostri ridicoli passatempi esistenziali quali: il lavoro, i viaggi, le vacanze, le perfette routine di ogni giorno, gli imperdibili appuntamenti e quant’altro. E d’altronde, se la nostra vita è questa, cosa potremmo desiderare di meglio?


Questo ragionamento ha una componente morale molto forte perché, quando siamo in cura, la “cosa da fare” è seguire scrupolosamente le terapie prescritte e leggere attentamente le istruzioni e le modalità d’uso. Ok, pace fatta. Punto e accapo.


Le cose assumono, per così dire, una veste inedita quando il male (percepito sempre come indistruttibile rompiscatole) non ci abbandona un attimo ma rimane sempre in nostra lieta compagnia e comincia ad espandersi.


I più “intelligenti” raddoppiano le dosi - di #ansia e di #farmaci – perché quel bel ragionamento scientifico che ci aveva fatto sperare in una rapida guarigione comincia a scricchiolare e fare acqua da tutte le parti e non facciamo incetta di medicine sempre più promettenti. La domanda, quella più importante è: perché le medicine e il nostro corretto comportamento non ci aiutano? Perché la #scienza medica non è più così perfetta? L’abbiamo compresa male noi, o è stata lei a spiegarsi male?


La risposta è altresì culturale: all’interno di questo sistema di rappresentazioni, noi abbiamo chiesto alla medicina di non farci sentire il dolore (e di eliminare i sintomi) e lei questo ha fatto. A ogni domanda segue una risposta.


Le cose potrebbero andare diversamente se noi imparassimo a chiederci “perché stiamo male”. Ah, forse mi ero dimenticato di dirti una cosa: la medicina occidentale non si occupa delle cause delle malattie, ma assume che le cause siano solo quelle organiche. Per cui se io chiedo al mio dottore/specialista perché ho un tumore, egli prontamente – e come da copione – mi risponderà che si tratta di una degenerazione cellulare, una sorta di proliferazione di cellule cancerogene.


Per tutto quello che ci succede, dunque, non c’è una causa che va oltre ciò che il nostro corpo elabora erroneamente. In taluni casi, come ho già affrontato nei miei precedenti post, il medico tirerà in ballo la sfiga, l’errore statistico, il caso e una serie interminabile di diciture complesse e incomprensibili che riportano tutte al macro-concetto di malattie/patologie #psicosomatiche. Della serie “prendi e porta a casa!”.


Ecco quando si giunge a queste ultime, il gioco è finito e l’unica cosa che si può fare è abbracciare il concetto di malattia cronica e non pensarci più.


La comprensione della causa non è questione da affrontare col medico, ma è una domanda che deve essere principalmente posta internamente, a se stessi. Per quanto possa apparire paradossale, se la malattia nasce dentro, e da lì che bisogna cominciare per dipanare la matassa. Lo so, il solo pensiero ti spaventa… e questo succede perché “culturalmente” abbiamo imparato a delegare agli altri le nostre cose e immaginiamo che un illustre sconosciuto abbia doti eccezionali per leggerci nella mente e nel corpo, e che – per converso – noi si possieda una testa e un corpo sufficientemente trasparenti perché lui possa sbirciarci dentro.


Interrogarsi sulle cause è solo il primo passo, ma bisogna essere molto forti per affrontare i seguenti. Serve, infatti, riorganizzare il proprio pensiero su cosa sia la vita (e non l’esistenza), l’ambiente (fisico e sociale) e il tuo rapporto con esso, a che tipo di medicina ti stai affidando e cosa sia la malattia. Il concetto di #guarigione dipende sono da che tipo di risposte sei pronto ad accettare.


Gli interrogativi possono apparire tanti, ma la cosa non dovrebbe spaventarci né farci desistere.

La vita, l’esistenza, la malattia e la morte sono tutte cose correlate alla guarigione. Se la visione di ognuna di esse viene messa a fuoco, ciò che deve emergere lo farà e la guarigione sarà possibile.


Lo comprendi perfettamente, è solo una questione di consapevolezza. Acquisire #consapevolezza implica entrare nella sfera della #coscienza in cui tutte le cose sono illuminate e rese comprensibili.


Una volta trovata la causa del tuo malessere (quella vera, intendo) una cosa ti sarà chiara: hai imparato a guarire e la guarigione si aprirà a te come la cosa più logica che ti possa accadere.



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