Lo so, nessuno/a ammetterebbe mai di aver mai deciso di averlo fatto, ma questa “strana” assenza di consapevolezza - su una decisione mai presa in merito - ci porta direttamente a una sorta di errato assioma sui fattori che determinano la nostra vita.
C'è infatti, nella mente del Sapiens, l’idea certa, quanto granitica, che esista un processo biologico inarrestabile fortemente connaturato al nostro nascere ed esistere e che ci conduce verso “qualcosa” di assolutamente certa e incontrovertibile.
Di cosa stiamo parlando?
Non ci piace neppure nominarla, tanto è il #tabù che si cela nella sua parola, ma “essa” ha un nome: #morte. Si chiama così.
Non ne capiamo il senso - della morte, intendo - essenzialmente perché la #ricerca di senso della vita e della morte ci appare come un viaggio senza meta tra irte e pericolose scogliere.
Tra queste due dimensioni, esiste un lungo processo di #trasformazione che cambia camaleonticamente pelle… e anche nome: crescita, sviluppo, maturazione, #invecchiamento.
Come e quando una di queste definizioni si sostituisca alle altre è, ahimè, un vero mistero. Qualcuno asserisce che sia strettamente interconnesso all’età biologica, ma noi sospenderemo ogni pensiero… almeno fino alla fine di questo articolo. Perché? Beh, prendetevi il tempo di leggere e lo scopriremo.
Tra tutti questi step, quello che veramente ci fa star male è l’invecchiamento, perché invecchiare, ci “appare” altrettanto come un processo inarrestabile, inevitabile e triste.
In realtà le cose vanno diversamente perché spesso si sorvola o si elude lo sguardo dal carattere epigenetico delle nostre scelte di #vita.
L’#epigenetica – giusto per non disorientarvi – è quella nuovissima branca della genetica che studia l’impatto delle variabili ambientali (fisiche, sociali, etc.) sul DNA attraverso processi di modificazioni genetiche chiamate generalmente “metilazione”.
Cosa significa questo?
Che, parlando di invecchiamento, il "dove si va" può essere apparentemente ben definito, ma il "come ci si arriva" dipende dalle nostre scelte di vita, anzi di stili di vita.
Stili di vita ha molto a che fare a “come” si vive, partendo da piccoli elementi che spesso riteniamo accessori o non così importanti per noi.
Il punto è che il nostro stile di vita può fare la differenza. Sì, noi abbiamo quindi il potere di vivere diversamente e in maniera più longeva.
A questo punto, quando si prospetta l’idea di un cambiamento positivo e migliorativo che ci consenta di vivere meglio e più a lungo, molti si attrezzano con giochi di prestigio neanche buoni per il più sgangherato luna park.
Questi giochini infantili si chiamano: soluzioni estetiche o cosmetiche. Sì, ricorrere a prodotti privi di ogni potere "anti-age" è davvero lo sport preferito. Anche il ricorso alla #chirurgia estetica e alla #medicina biochimica sono sullo stesso piano.
Dopo tutto questo deambulare dall’una all’altra, la nostra pelle potrà apparire più giovane, ma la domanda del secolo è: cosa a che vedere tutto questo con il corpo e con la mente? Quando un corpo muore il contributo decisivo dell'epidermide è praticamente zero.
Se la pelle appare giovane, e se vi piacete di più (ma nutro seri dubbi) questo può solo dire che avete speso tantissimi soldi per non raggiungere neppure un briciolo di risultato dotato di senso. Né rispetto alla vita, né rispetto alla qualità della vita e né, tantomeno, rispetto al potere di vivere meglio e più a lungo.
Quando arriva un tumore o l'Alzheimer non corriamo da Elisabeth Arden per farci dare l'ultimo ritrovato. Perdonatemi la schiettezza.
Dopo queste soluzioni palliative, infatti, il meccanismo genetico non è stato neppure intaccato dai prodigiosi effetti del bisturino, della super vitamina, o dalla crema delle creme che garantisce "il fattore wow".
E torniamo alla domanda di partenza - quando hai deciso di invecchiare? – perché in essa si cela il potere della #longevità.
Longevità vuol dire vivere a lungo, ma serve concentrarsi sul “Vivere”. Vivere, e non semplicemente esistere.
Per essere longevi, bisogna essere consapevoli ed essere capaci di vivere. Allora, occorre chiedersi quanto e cosa noi realmente facciamo per essere e sentirci vivi.
"Sentirsi vivi" è il fattore epigenetico più importante; è ciò che ci consentirà di "essere il corpo" che pensiamo di avere. Noi siamo il nostro #corpo, non lo possediamo.
Rimodellare, riorganizzare il proprio stile di vita ci consente di Vivere. E non di esistere.
Potrebbe apparire la cosa più difficile e, invece, è molto semplice: serve solo iniziare a togliere.
Togliere cosa?
Semplicemente tutto ciò che non ci fa vivere. Ecco, immaginate l’esistenza come uno di quei grandi armadi pieni di tutto e di più; armadi stracolmi in cui ciò che è importante è seppellito da cianfrusaglie che distraggono lo sguardo e confondono le idee.
Impariamo a togliere ciò che non ci dà #felicità, a buttar via il passato, ad eliminare gli orpelli, a disintegrare le false credenze e i miti.
Togliamo tutto, fino ad arrivare a noi stessi. Così, senza trucco. Senza inganni. Via tutto ciò che rappresenta solo un’estensione di noi stessi: la moda, i media, gli accessori, i profumi, le cremine, le auto, le socializzazioni forzate, i luoghi di lavoro nocivi. Via tutto!
Se vi state chiedendo cosa rimane di voi dopo questo processo di sfrondamento, io posso dirvelo: rimanete voi stessi. Quello che siete.
È giunta l’ora! Riprendiamoci le nostre facce e amiamole. Gli altri le ameranno altrettanto. Liberiamo la nostra giornata da tutto ciò che non è necessario e iniziamo a prenderci cura di noi stessi.
Guardiamo il nostro corpo. Torniamo a leggere i libri. Ad ascoltare il silenzio e a guardare le stelle... e soprattutto amiamo. Amiamo tanto!
Ancora una volta, non parlo di amore oggettivizzato in una persona; parlo dell’attitudine ad amare. Quello che davvero serve cambiare è lo sguardo con cui guardiamo le cose, le persone e noi stessi.
Dunque, se volete davvero vivere bene e a lungo, continuate a crescere interiormente, a sviluppare nuovi progetti, a maturare nuove idee e ad essere la persona migliore vorreste incontrare nel vostro cammino.
Lo immagino, per molti di noi tutto questa sembra #utopico, persino #distopico e del tutto impossibile. E questo accade perché immaginiamo che servano #soldi e #tempo per fare tutto ciò. Serve solo volontà di scegliere. Serve usare la nostra personale libertà e il tempo che si trova sempre per le cose davvero importanti.
Mettere al centro se stessi, ricentrarsi, significa prendersi cura di sé. Non è egoismo. Per amare, serve capire il suo senso… per capirlo serve sentirlo. Serve davvero fare esperienza dell’amore. E per sentirlo serve solo saperlo vedere… dentro e fuori da sé.
Se non hai ancora deciso di invecchiare, preparati a vivere più a lungo possibile. Ogni tua scelta di oggi è un mattone per la costruzione della strada che avrai davanti a te.
Non ci sono bacchette magiche o formule segrete. Il tempo può essere un alleato formidabile e non più un nemico. Prendetevelo tutto! Prendetevi tutto il tempo che vi serve. Se avete sgombrato i vostri armadi, di tempo dovrebbe essercene davvero tanto.
Poi, se avete voglia e tempo, parlatemi dei vostri veri obiettivi di vita. Io saprò ascoltarvi e (ri)attivarvi energeticamente per raggiungere i traguardi della vostra nuova vita.
Tutto questo cambiamento è semplicemente un processo di “sintonizzazione” con se stessi e con la VITA. Quando tutto sarà allineato, anche l’esistenza sarà la più bella esperienza che possiate fare.
Ah, dimenticavo, anche tutto questo è Full Body Resonance!
E colui che scrive sono sempre io. Joe Ferraro
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