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PIANETA TERRA CHIAMA. VIBRAZIONE UMANA RISPONDE…

Una delle più recenti scoperte in ambito scientifico è quella di Winfried Otto Schumann. Probabilmente il nome non vi dirà molto, ma prendetevi il tempo per comprendere come la sua scoperta può cambiare la tua vita.


Oggi, quando immaginiamo di migliorare la nostra #vita, ci proiettiamo in un universo fatto di tecnologie e di intelligenza artificiale neanche buona per fare un ottimo caffè secondo un complicatissimo algoritmo. Il nostro sguardo, come dire, si volge naturalmente al di fuori di noi… alla ricerca del QUID che contribuirà a renderci felici o se non altro appagati.


Il nostro mondo, quello economico, gira attorno all’assioma che la società nasca per soddisfare i bisogni della collettività e che la società stessa si strutturi economicamente per creare beni atti a soddisfare tali bisogni. Il meccanismo creato, a vantaggio di pochi, ha in sé notevoli controindicazioni; prima fra tutte la presunzione di attribuire alle logiche di mercato la capacità di creare in modo esclusivo tale benessere. In questa prospettiva tutto è a pagamento, anche ciò che per definizione antropologica fa parte del diritto di tutti gli esseri viventi. Il benessere oggi non è una prerogativa naturale di ogni persona che ambisce a star bene, ma solo di chi può permetterselo. Questo non solo è concettualmente iniquo, ma anche sbagliato e fuorviante. Oggi, tutti possono raggiungere il #benessere.


No, non è una lezione di mero comunismo o di invettiva verso il capitalismo più spietato. Questa è invero una fotografia di una realtà completamente diversa da quella che vogliono venderci (quale che sia l’ideologia dominante); è la fotografia di esseri umani viventi su un pianeta chiamato Terra e di esseri che, al pari degli altri esseri che la abitano (animali e piante), sono per natura orientati alla conversazione della specie. Questo istinto descrive gli esseri come organismi dotati di un meccanismo intrinseco, connaturato nel loro #DNA, che li spinge a comportamenti armonici e simbiotici verso l’ambiente fisico che ne garantisce la sopravvivenza stessa.


Non serve dire, e non sono qui per cercare di convincervi, quale deriva la specie umana abbia imboccato negli ultimi due secoli, ovvero quando un piccolo manipolo di uomini ha deciso di creare il mondo economico che noi adesso conosciamo e veneriamo come l’unica alternativa per noi. La nostra #felicità corre veloce verso una tecnologia fatta di giocattoli del tutto inutili, o verso miracolosi prodotti che hanno l’ambizione di farci apparire giovani e su altri che hanno il solo scopo di distrarre la nostra attenzione.


Quando faccio questa affermazione, molti mi chiedono “ma da che cosa ci vogliono distrarre?”. Molti altri, alla stessa domanda, producono visioni complottistiche (alcune delle quali molto suggestive). Altri ancora – troppi ahimè - non si pongono nemmeno il problema perché sono talmente assorbiti dalla distrazione da non accorgersi di nulla. Sono questi ad avere lo sguardo beato, la testa infarcita di sogni irrealizzabili e uno stipendio sicuro con cui sperano di potere creare ricchezza sufficiente per mettere al mondo altra prole che segua pedissequamente la loro iperbolica visione della vita fatta di AVERE.


La mia risposta alla suddetta questione è solo una: vogliono distrarci da noi stessi. Perché in realtà la nostra vera esistenza si basa sull’ESSERE – NOI SIAMO – e non sull’avere. Questa differenza non è da poco, se si considera l’impatto del cambiamento di paradigma: se noi siamo, la nostra vita prende vita da ciò che siamo e non da ciò che abbiamo.


E noi dunque cosa siamo? Noi siamo esseri, ORGANISMI BIOLOGICI, dotati di una complessità intellettuale che ci spinge alla creazione di cose meravigliose e, al contempo, di mostri; di cose buone e di veleni.


Ma torniamo al “mero” organismo biologico che cammina sul pianeta Terra, e torniamo anche al signor #Schumann che intorno agli anni ’50, sulla scia di importanti intuizioni e scoperte in campo elettromagnetico (di cui Nikola Tesla fu il precursore), tentò di misurare la Risonanza della Terra, ovvero del campo elettromagnetico che si genera sul Pianeta a causa del suo “semplice” ruotare attorno a se stesso e quindi attorno al Sole.


La vibrazione rilevata – in termini di onde elettromagnetiche – era stata di 7.83 Hertz. Una sorta di rumore di fondo non chiaramente udibile dagli uomini, ma certamente dagli animali, dalle piante e silenziosamente anche dai nostri corpi. Un po’ come quelle frequenze e vibrazioni prodotte da quel maleodorante inquinamento elettromagnetico che non sentiamo con le orecchie, ma che puntualmente modifica il nostro DNA, provocandone mutazioni, malattie e persino la morte.


Per carità, nessun complotto e nessuna critica ambientalista. Anzi, rilassatevi: non ho intenzione di “annoiarvi” con una lezione di meccanica o di fisica, ma se non fosse davvero importante non l’avrei tirata in ballo.


Questa frequenza, 7.83, è stata rilevata nei tracciati degli elettro-encefalogrammi e precisamente in corrispondenza delle onde cerebrali associate all’attività dell’Ippocampo: ghiandola della struttura limbica deputata alla sopravvivenza e della memoria. Il range di onde cerebrali entro cui si situa la Risonanza di Schumann è quello delle onde Theta, ovvero quelle i cui benefici che la scienza riconosce vanno dalla diminuzione dello stato di stress e di ansia e il profondo rilassamento fisico e mentale, e dalla diminuzione della sensazione di dolore (e il rilascio di endorfina) al miglioramento dell’abilità verbale e la propria prestazione dell’IQ.


La presenza di queste onde cerebrali, che viaggiano alla stessa frequenza di quella emessa dal Pianeta Terra, sono in evidente e scientifica correlazione. Lo sapevamo da tempo, che gli animali e le piante si “muovono” in relazione a tali frequenze, ma che anche vivono e prosperano in relazione ad esse. Come in una grande orchestra, in cui tutti i musicisti si “accordano” alla nota di violino, così tutti gli esseri sulla Terra armonizzano la propria vita rispetto alla Risonanza di Schumann.


È proprio questa ARMONIA quella che molti identificano con “l’armonia” verso cui tutti tendiamo. Il nostro benessere dipende da questa armonia, dalla possibilità di poterla ripristinare in noi. Molti non sentono l’armonia ma, per converso, sentono la disarmonia. Il suo opposto.


La DISARMONIA. C’è chi la percepisce come malattia, ovvero quando qualcosa dentro di noi si rompe o si modifica (tenete a mente questo aspetto). C’è chi la avverte come un senso di scollamento dalla vita (come se fossero distanti da quello che vorrebbero realizzare). Altri ancora “sentono” un generico malessere che si può manifestare sottoforma di ansia, depressione, etc. Altri, sì altri ancora, verificano una carenza di energia o un’estrema sensibilità alla pressione dello stress.


Tutti gli effetti della disarmonia hanno una cosa in comune: nascono dalla poca qualità della nostra esistenza e da uno stile di vita non proprio equilibrato. Noi, per essere chiari e lineari, siamo il prodotto della stortura/stonatura che abbiamo creato con il nostro modo di vivere.


Per darvi un’idea, molte persone sono convinte che davanti allo stress occorra modificare se stessi per allinearsi alle pretese delle condizioni stressogene dell’ambiente lavorativo o sociale attorno a loro. Lo so bene, adattarsi allo stress è un meccanismo di copying (gestione) molto normale, ma spesso non si tiene conto di quali effetti di breve-lungo termine producano tali forzature nel nostro organismo. Uno sforzo, temporalmente circoscritto, non è un problema per noi, ma lo diventa quando interiorizziamo questo sforzo come modus operandi che diventa l’unica regola della nostra vita.


Anche lo #stress lavorativo e la poca qualità della socializzazione odierna tendono a distrarci. Il nostro cervello viene letteralmente rapito e sedotto dai social media e da tutto quello che ne viene fuori e così, poco stranamente, continuiamo ad estraniarci dalla nostra vita, visualizzandola sempre più lontana da quello che siamo e virtualizzandone ogni contenuto. Chi può, e chi vuole, si prenda un momento del proprio tempo per verificare concretamente quanto di questo viene regalato al “muoversi” nel mondo virtuale, e quanto ancora è realmente tempo utile e quanto solo puro “divertimento”.


Il punto è che non si tratta di divertimento, ma di abile distrazione che avviene in due modi: rubandoci il tempo e allontanandoci dalla visione interna di ciò che siamo e da ciò che veramente vogliamo da noi stessi. Questa distrazione è ancor più dannosa perché – come già ribadito – la tecnologia emette/irradia un proprio campo elettromagnetico che interferisce con quello naturale prodotto dalla Terra.


Il risultato di tutto questo? Lo scollamento dalla vita e l’ingresso nella pura esistenza: un’esistenza in cui il #tempo per noi improvvisamente sparisce senza che nessuno se ne renda conto. Per capire quanto invasiva e pervasiva sia la tecnologia occorre solo sperimentare la sua assenza. Almeno per un giorno. Provateci!


Questa è la vita comoda, iper-connessa socialmente, e nuova che abbiamo voluto (o che qualcun altro ha voluto per noi), ma noi siamo davvero “altro” da questo e il nostro “Io” ad ogni piè sospinto ci ricorda chi “comanda”. Il nostro “Io” non ama le mediazioni e tutto ciò che vuole ottiene, con le buone o con le cattive maniere.


È sempre “lui” che decide se ciò che facciamo ci fa bene o ci fa male; ed è ancora “lui” a comunicarci che tutto questo e questi stili di vita non sono per noi. Le malattie (pensate anche a quelle psicosomatiche) sono espressione di questo rifiuto del nostro “Io” di adeguarsi alle strettoie e alle condizioni ambientali (fisiche e sociali) che non fanno al caso nostro. Anche la percezione dello #stress negativo produce le stesse conseguenze.


La questione di come gli stili di vita e l’ambiente circostante influenzino il nostro DNA è una scoperta, relativamente recente, che si chiama #epigenetica. L’epigenetica (sopra/oltre la genetica) ha chiarito che il DNA non è immutabile e che una parte di esso si modifica sensibilmente a causa delle variabili ambientali (fisiche e sociali).


Concretamente, ciò che sta fuori da noi può modificarci anche in ciò che noi pensavamo fosse dato come geneticamente fisso e immutabile. Questa relazione tra ambiente e organismo implica che l’esposizione a un ambiente nocivo può farci ammalare e, per converso, che un ambiente sano può guarirci.


Anche su questo vi invito ad approfondire, sapendo già che rimarrete sopresi dalle ineluttabili implicazioni sul nostro vivere.


Un’altra verifica dei concetti dell’Epigenetica è quella che vede l’essere umano come non solo un organismo ricevente (le stimolazioni esterne), ma anche un organismo emittente/radiante capace di emettere ENERGIA UMANA. Scientificamente si chiamano #biofotoni, e questa energia prodotta naturalmente dall’uomo ha la stessa forza vibratoria degli altri campi elettromagnetici e influenza sensibilmente le persone che ne vengono a contatto. Ecco, provate a pensare alle #emozioni. Così come la presenza di una persona emotivamente negativa ci disturba e ci CONTAGIA negativamente, così il pianto o l’espressione gioiosa di un bambino ci trasferisce un’immensa ENERGIA POSITIVA.


Ed eccoci giunti alla prova del 9: il reale potere della vibrazione (espressa in Hertz) sulla materia, così come la conosciamo. Il video a supporto di questo articolo, senza trucco e senza inganno, mostra come il cambiamento di frequenze vibrazionali modifica la forma molecolare della materia. Non servono spiegazioni. È tutto sotto i vostri occhi.


Immaginate adesso, per deduzione, quali effetti possa procurare una vibrazione in un organismo fatto al 70 % di acqua come il nostro. Immaginate cosa possa avvenire all’interno delle nostre cellule al 90% composte di acqua.


Ecco, questa è la domanda che mi sono posto all’inizio del mio percorso di scoperta della Full Body Resonance. Cosa realmente accade al nostro corpo se messo nelle condizioni ottimali per ricevere adeguatamente i benefici della Risonanza di Schumann?


Le condizioni ottimali sono date da un percorso meditativo-corporeo in cui il corpo e la mente vengono sollecitati ed esercitati a raggiungere uno stato stressorio interno che amplifica il potere dei biofotoni emessi dal corpo. Questa energia prodotta, prima di uscire dal corpo, viene prontamente utilizzata per attivare un processo di armonizzazione che consentono a corpo e mente di accedere alle stanze della coscienza; in poche parole, allo spirito e all’anima.


Nella sua base teorico-pratica, la Full Body Resonance (FBR) si rifà a quattro importanti discipline di lunga tradizione: lo #stretching, lo #yoga, la #mindfulness e la #bioenergetica. Ognuna di queste pratiche (esperite personalmente negli ultimi vent’anni) ha un ruolo decisivo nella FBR poiché apportano un contributo importante e rappresentano la base del processo di sintesi, di evoluzione.


Nell’analisi e nella pratica di queste discipline ho, negli anni, riscontrato punti di forza e aree di miglioramento in relazione a fisiologici cambiamenti occorsi nel corso del tempo e di cui occorre tenere in considerazione se si vuole avere un approccio contestuale e in relazione alle condizioni di vita dell’uomo contemporaneo.


La Full Body Resonance rappresenta lo step evolutivo delle quattro discipline sopracitate. Per capire i margini di questo processo di crescita, non servono molte parole, ma un gradito invito a metterci le mani in pasta e a sperimentare di persona questa nuova pratica.


Per chi desidera un rimando generale ai benefici della Full Body Resonance, il link è servito https://www.fullbodyresonance.com/about-me


Buona lettura e benvenuti nella Full Body Resonance!




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